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Antonio Terracciano

Sono un ex insegnante di scuola media (di francese) , e vivo nella cittadina in cui sono nato (a quindici chilometri a nord-est di Napoli) . Da giovane scrissi un centinaio di poesie (quasi tutte adesso da buttare) in versi liberi (e qualcuna anche quasi ermetica) , ma poi, dopo un letargo poetico ... (continua)


Antonio Terracciano
 Le sue poesie

La prima poesia pubblicata:
 
Nel battere di ciglia (05/05/2009)

L'ultima poesia pubblicata:
 
"Cum s’ha da fè sa ‘sti fioi? " (27/08/2021)

Antonio Terracciano vi propone:
 Viver da morto (24/06/2009)
 Favole (01/07/2017)
 Baudelaire (09/07/2010)

La poesia più letta:
 
Sexy (25/10/2009, 18021 letture)

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Considerazione dell'autore
«Se il fascino di Lisbona sembra derivare soprattutto dalla sua posizione di estremo lembo occidentale dell'Europa, quello di Vienna (e, aggiungerei, di Trieste, che sembra tanto essere una figlia della capitale absburgica, andata a trascorrere le vacanze al mare), all'opposto, è forse dovuto alla sua collocazione orientale. Se i miei occhi hanno visto abbastanza bene, quelli di Claudio Magris hanno certo visto benissimo. Ecco, tra le altre cose, quello che egli ha scritto su Vienna, nell'imperdibile "Danubio" (ed. Garzanti, pagg. 252 -253) : "Un'identità è fatta anche di luoghi, delle strade nelle quali abbiamo vissuto e lasciato parte di noi. (...) Qualche volta i luoghi possono essere atavici, nascere da anamnesi platoniche dell'animo che si riconosce in essi. Vienna è uno di questi luoghi, nei quali ritrovo il noto e il familiare, l'incanto delle cose che, come nell'amicizia e nell'amore, diventano col tempo sempre più nuove. Questa familiarità di Vienna è forse la sua natura di crocevia, luogo di partenze e di ritorni, di persone, famose e oscure, che la storia raccoglie per poi disperdere, in un'errabonda provvisorietà che è il nostro destino. Così la città è un grande caffè, il luogo delle abitudini metodiche e del casuale andare e venire. Essa fa pensare anche alla morte, all'uscita definitiva dalla porta del caffè e conduce ognuno (...) alla Cripta dei Cappuccini, per cercare di capire cosa significhi la morte. Neanche lì c'è risposta. "»
Inserita il 08/08/2012  

Antonio Terracciano

Vienna

Impressioni
Passa le Alpi solamente, il treno,
ma disegna paesaggio che sconfina
in orizzonti senza più alcun freno,
là dove il nostro mondo già declina.

I pascoli tranquilli che vedevi
lungo le valli tu, dal finestrino,
scompaion proprio quando non credevi
ad un oriente già così vicino.

E dorme quasi la città accucciata,
timorosa che i fatti del passato,
che la videro tanto minacciata,
possano ancora tenderle un agguato.

L’ "hic sunt leones" proprio alla portata
di mano qui ti sembra, mentre ammiri
quell’imperiale vita regolata
da valzer e romantici sospiri.

Comprendi in quale modo la paura
del Turco e dello Slavo abbia potuto
cambiare della gente la natura,
accettare dell’"Anschluss" lo statuto.

Tipico è forse di bonaria gente
efferate sfornare cattiverie,
se sono affronti opera frequente,
se paventa chissà quali macerie.

Tu qui t’accorgi che, nel giudicare
ciò che fece germanica nazione,
non devi nello sdegno sprofondare,
ma capir gli antefatti e la ragione.



Antonio Terracciano 13/09/2010 00:10| 4| 4457

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.

Nota dell'autore:
«Visitai Vienna nel 1992; la poesia è di pochi giorni fa: forse le impressioni hanno bisogno di una lunga incubazione, per trasformarsi poi in adeguate espressioni linguistiche. P . S . Dedico la poesia a A . S . G .»


 
Commenti sulla poesia Commenti di altri autori:

«Qui si tratta veramente, con poche quartine, di addentrarsi nello spirito di una città, o diciamo meglio, di una nazione. E l'autore, con il suo inconfondibile stile e la sua abilità, entra nei palazzi della città, s'incunea nel pensiero della gente, e ci rappresenta l'essenza di un popolo meglio ancora che un lungo trattato all'uopo redatto.»
Il cobra (13/09/2010) Modifica questo commento

«inizia con una pennellata
e finisce con un riassunto storico.
la classe non è acqua ma se lo fosse
tu ci affogheressi tutti.
perfette quartine
bella tutta»
Enio Orsuni (13/09/2010) Modifica questo commento

«la tua poetica è da sempre a me gradita... ma questa volta vorrei rispettosamente
far notare... che la terza strofa la trovo appesantita... dai troppi "che"...
lo so... farei meglio a starmene muto... che di strafalcioni ne scrivo a iosa...
però nel legger le tue... m'hai abituato bene e quindi... con la solita stima... cià*»
Aldo Bilato (13/09/2010) Modifica questo commento

«Sulla necessità dell'incubazione , sicuramente rende la riflessione più profonda e l'espressione più efficace. Riguardo alle colpe degli austriaci e dei tedeschi, io penso che mai un popolo intero può essere colpevolizzato per i misfatti di pochi, soprattutto poi se ci si riferisce alla storia passata. Io ritengo che la responsabilità è esclusivamente personale. E poi se guardiamo all'intero corso della storia chi veramente può scagliare la prima pietra?»
Angelo Ricotta (13/09/2010) Modifica questo commento

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Impressioni
Disguidi
La poesia empatica
La classe, lo stile
Disquisendo sull’arte e sulla parte
Odio- amore
Varchi ostruiti
Invadenza della scienza
Sogni, bisogni, scelte
Un’altra strada
Pioggia e sole
Le congetture
Nuvole passeggere
Le parole prigioniere
Legati
Luoghi ameni
Infinita lettura
I quartieri ampi ed ariosi
Prove
Infantili paradisi
Le impronte (negative)
De gustibus
Narciso riveduto e corretto
L’attimo fuggente
Doppiamente
Il ritratto adeguato
Si attrae per non morire
La zona grigia
Ce qui bat l’oubli
L’illusione
Aria parigina
Emmetì
Le cose lasciate a metà
Il ritorno del passato
Lo squarcio
Hesitation
Vaghezza
Nelle poesie d’amore, a imporsi è il paesaggio
Tenerezza
Sebastianesimo
Torce
Onde anomale
Sirene
L’ispirazione
Il cassino
La poesia è una bella donna
Il poeta d’estate
Certe strade
La parola burlona
L’Imbuto
Linguistica e architettura
Al Centro commerciale
I fiori rari sono spesso i più belli
La vetta
Lo scollamento
L’Innominabile
L’altra faccia dell’odio
La figlia di carta
Nevrosi
Certi poeti da vecchi
Certi poeti da bambini
Inevitabilità delle fotografie ingiallite
Le parole bambine
Sulla comicità (in poesia)
Rebus
Va’ dove ti porta la rima!
La città visitata
Da Rimbaud a Mallarmé
Aversa
Il continente della poesia
Divino Mallarmé!
Persano, primi anni Sessanta
Le vie rette
Perché la vita è breve
Rosa
L’interpretazione dei Segni
Poeti senza penna
Il poeta e le muse
Quando le parole latitano
Il vecchio bambino
Come donne abbandonate
La città ideale
Il Labirinto
Scarto
Castel del Monte
I segreti nella tomba
Lotaringia
Un paese, tanti paesi
Deboli certezze
Vomero
Fiumi carsici
Benevento
Fugaci appaganti incontri
Finzioni
Mantova
Solamente una vez
Il grande calciatore
Inadeguatezza del ricordo
Fragili intese
Conosci certi viaggi in treno?
Les routes du désordre
Come belle ragazze un po’ ritrose
Madame Bovary
La porta dei bei ricordi
Chi semina vento
Certi sogni notturni
Città e donne
Certe lunghe parentesi della vita
L’abito non fa il monaco
Forse i poeti
Scendono lente
Visitazioni
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Incomprensioni
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Traversata
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I talloni di Achille
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Notte estiva
La chiesetta nel Molise
Odori di Parigi
Lungomare di Calais
Discendendo i gradini
I versi dei grandi poeti
Amori di carta e amori di carne
Notti e sogni
Anni Settanta
Circolo. O no?
Genova
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I bei quartieri
Nel cimitero delle rimembranze
Il fantasma
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