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Antonio Terracciano

Sono un ex insegnante di scuola media (di francese) , e vivo nella cittadina in cui sono nato (a quindici chilometri a nord-est di Napoli) . Da giovane scrissi un centinaio di poesie (quasi tutte adesso da buttare) in versi liberi (e qualcuna anche quasi ermetica) , ma poi, dopo un letargo poetico ... (continua)


Antonio Terracciano
 Le sue poesie

La prima poesia pubblicata:
 
Nel battere di ciglia (05/05/2009)

L'ultima poesia pubblicata:
 
"Cum s’ha da fè sa ‘sti fioi? " (27/08/2021)

Antonio Terracciano vi propone:
 Viver da morto (24/06/2009)
 Favole (01/07/2017)
 Baudelaire (09/07/2010)

La poesia più letta:
 
Sexy (25/10/2009, 18021 letture)

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 il mese 01/06/2015

Antonio Terracciano
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L'ebook del giorno

Il Servitore di due Padroni

"Il servitore di due padroni", noto anche come "Arlecchino servitore di due padroni", è una delle (leggi...)
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Considerazione dell'autore
«Attorno ai vent'anni di età rimasi affascinato dal clima della Repubblica di Weimar ascoltando alcune canzoni di Brecht e Weill, quando comprai, quasi per caso, un paio di " 33 giri " in cui esse erano cantate in italiano da Laura Betti. Sono stato sempre piuttosto anticonformista (anche se soltanto in teoria), e non mi piaceva condividere i gusti musicali della maggior parte dei miei coetanei, appassionati della musica rock di origine anglo- americana (le ragazze, poi, erano quasi tutte innamorate pazze dei "Beatles" ...) ; cercavo qualcosa al tempo stesso di più classico e di più realistico, e lo trovai in quelle musiche e in quei testi, dei quali posso riportare, come esempio, una parte della "Ballata della schiavitù sessuale": "Non è di certo un tipo tra i più belli: / è un macellaio e gli altri son vitelli; / è un brutto porco e solo al male crede: / s'impone a tutti, ma alle donne cede. / (...) / Ci sono uomini che vedon gli altri / restar legati a un pezzo di sottana: / costoro giurano d'essere scaltri, / ma sono fatti della stessa lana. / Del sesso è la grande schiavitù: / lo voglia o no, ci devi stare tu! "»
Inserita il 24/07/2015  

Antonio Terracciano

Weimar

Sociale
"Man lebt ja
so kurze Zeit
und ist
so lange tot":
si cantava così nei cabaret
berlinesi per tutti gli anni Venti;
la vita di persone e di parole
si rivelava per entrambe breve,
ed allora valeva, in fin dei conti,
approfittar dell’attimo fuggente,
come già il gran Lorenzo proponeva
nella Firenze del Rinascimento.

Mostrava la Germania nuova faccia,
irriverente, ironica, creativa,
e senza impedimenti si viveva
un’altra Belle Epoque, solo più misera
e più cruda di quella di Parigi.

Adorno, Gropius, Brecht, e Rilke, e Weill,
e Benjamin, e Grosz, e Mann aprivano
le menti a genti che fino ad allora
erano state a lungo sottomesse.

Mezzo milione e più d’Ebrei salivano
ogni scala sociale, preparando
per il futuro florida rinascita,
dopo guerra crudele e rovinosa.

Ci sarebbe voluto un po’ di tempo
per ben risollevare la Germania,
per trasformarla in un’immensa Olanda,
per porla, nella pace, all’avanguardia
di tutto il mondo, con vivaci idee.

(E forse, se la crisi americana
del Ventinove non avesse inferto
quel colpo tanto grave alle finanze
già deboli del popolo sconfitto,
quell’atroce futuro dittatore
psicolabile alquanto ostacolato
sarebbe stato, spinto a andare in cura
a Vienna, presso un certo dottor Freud.)



Antonio Terracciano 22/04/2015 00:46| 2| 1760

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.

Nota dell'autore:
«L’idea di scrivere questa poesia in endecasillabi sciolti mi è venuta leggendo "Storia dell’Olocausto", di Klaus P . Fischer, ed. Newton Compton, 2015. E’ illuminante, per la comprensione della Repubblica di Weimar, soprattutto il capitolo 5, "Tedeschi ed Ebrei nel periodo di Weimar", in cui, a pag. 180, ho trovato le parole della canzoncina che riporto all’inizio della poesia ("Si vive tanto poco e si è morti tanto a lungo"), parole che mi ricordano quelle famosissime del "Trionfo di Bacco e di Arianna" di Lorenzo il Magnifico ("Quant’è bella giovinezza... ")»


 
Commenti sulla poesia Commenti di altri autori:

«Molteplici passaggi di storia passata, versi che riepilogano uno stato d'animo dopo la fine della guerra, una lirica letta con molta attenzione per i suoi particolari degni di nota. Un testo interessante per le sue variabili in continua tensione. Ricca di vicende e di significato. Apprezzatissima, complimenti all'autore.»
Club Scriveresergio garbellini (22/04/2015) Modifica questo commento

«Ben collegati i riferimenti per fare entrare il lettore nelle giuste osservazione di un passato ... ancora troppo recente ...per non trasmettere più emozioni... Con maestria l'Autore ci fa rivivere momenti di storia in gradevoli e raffinati passaggi di poetica ...
Molto apprezzata...»
Club ScrivereAntonio Biancolillo (23/04/2015) Modifica questo commento

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Sociale
Quando si esce
Gli incontri per le strade
Lazzareide
Mezzogiorno
Damnatio memoriae
Vetri
Il (troppo piccolo) nocciolo di Napoli
La Campania è un orecchio
L’ingrata vita della verità
Magna Grecia
Tre Semipesaresi a Napoli (sognando Parigi)
Una semplice espressione geografica
Non c’è più religione!
L’istituzionalizzazione
La rima "cuore - amore"
L’uccello iberico
Precipitevolissimevolmente
L’altra faccia della luna
Attualità del "Cambalache"
Conversazioni all’inglese
Disquisizione a partire dalla minigonna
Anni Sessanta
Moderni movimenti politici
Il Gattopardo
Minderwertigkeit
Tra Vomero e Vesuvio
Xenia
Le eccellenze potenziali
Incendi annacquati
Weimar
L’onorevole
Enfant prodige
Da Chambéry
Trivento, anni Settanta
Hic sunt leones
Falerno
Dissolvenze
Giardino antropologico
Germania greca
Disastro ambientale
Zeitgeist
Futili nazionalismi
Frankreich
Sisifo
Maupassant
Trompe - l’oeil
Tolleranza
Postbellici
Un paradosso napoletano
Suicidi all’ombra del Vesuvio
Votazioni popolari
Manichini
Breve tratto dell’Appia
Campania infelix
Corporativismo
I fiori dell’indifferenza
Penelope
Reduci
Donne dell’Est
Nemo propheta in Neapoli
Ventunesimo secolo
Irun
Anoressica madre
Città e province
Fast curiosity
Napoli
Stereotipi napoletani
Ama il prossimo tuo
Ovest
L’alfabeto
Luigi Tenco e Sanremo
Money
Gorizia
Aprirsi agli altri
Italia
Giacche e cravatte
Enfants terribles
Aurea mediocritas
Estinzione di un cognome in un luogo
Sessantottismi
Il lamento dei vecchi
Stazioni di barboni
Parrocchiani (di tante parrocchie)
Nepotismo
Vittoria della manualità
L’"Internapoli"
Interessi privati
I nuovi albatri
Presencia vacuna
Gioco d’equilibrio
Vite a Napoli
Nelle nostre torri chiusi

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Il primo racconto pubblicato:
 
Originale discorso di un cittadino illuminato (10/10/2010)

L'ultimo racconto pubblicato:
 
Il futuro del calcio (13/01/2023)

Una proposta:
 
Esami di licenza media (12/06/2022)

Il racconto più letto:
 
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 Le poesie di Antonio Terracciano



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